Un delicatissimo filo tiene insieme matasse e perline, impreziosendo da sempre le collezioni primavera-estate di Karakorum e diventando un elemento quasi imprescindibile del beachwear.
Questo filo in realtà va molto oltre, avvicinando paesi molto lontani tra loro come Italia e India, o raccontandoci addirittura la storia delle nostre radici: una storia che risale a 45mila anni fa circa. Sono infatti numerosi i ritrovamenti riconducibili all’abbellimento di indumenti con penne e piume risalenti a quel periodo storico. Andando ancora prima, l’ornamento di un capo era strettamente legato al confezionamento dello stesso, che prevedeva l’utilizzo di striscioline di cuoio per unire le varie pelli degli animali cacciati.
La pratica della decorazione tessile è dunque parte fondante della nostra genetica e ovviamente è diventata indissolubilmente storia culturale di numerosi popoli, come gli Egizi che sapevano unire pelli e teli vegetali. In Italia, quest’ arte risale alla cultura saracena (intorno all’anno mille), per poi dilagare nel resto d’Europa nel XII secolo.
Spostandoci in Oriente, ad esempio il ricamo era già ben sviluppato durante la dinastia cinese Shang fin dal 1600 a.C., con tecniche e stili che riflettevano le credenze e i valori dell’epoca. Dalla Cina poi arriva in Giappone, passando dalla Corea, lungo la Via della Seta, intorno al 622 d.C.
Anche in India la decorazione tessile si lega a una storia millenaria: attraverso colori, fibre e tessuti, qui la cultura del ricamo si lega all’uso della nappa diventando parte integrante dell’antropologia del suo costume e delle sue tradizioni. Tanto che ciascun indiano indossa capi dalle esoteriche simbologie che lo accompagnano per tutta la vita, indipendentemente dalla casta a cui appartiene: motivi elaborati come quelli botehMotivo ornamentale a forma di mandorla o di pigna con l’estremità superiore incurvata., ricami che diventano opere d’arte, lavorazioni straordinarie e impunture mai scontate.
Da questo incredibile Paese, Karakorum raccoglie proprio l’arte del ricamo e delle nappe per portarla in Italia, dedicando così alle clienti occidentali una storia millenaria. Ogni lavorazione che trovate nelle nostre collezioni è frutto di un attento lavoro manuale, realizzato dalle dita sapienti di un artigiano in grado di riportarci nel suo universo di colori, fili e trame.
A volte queste produzioni lamentano qualche piccolo difetto, qualche filo troppo debole o perlina che scappa: quel che però avete comprato è un capo unico, frutto della sapienza di una mano indiana. Sappiamo che questo potrebbe risultare fastidioso, in una cultura come la nostra, in cui l’errore ci sgomenta, ma come si dice? La perfezione non esiste e soprattutto, se pensate alle origini del capo, quel difetto in realtà diventa la prova della sua autenticità
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